04/10/2020
“E' arrivato il momento di un altro cambiamento"
Sono ormai otto anni che, senza farmi troppe domande e con quel pizzico di incoscienza che segna ogni scelta importante, ho fondato “L’Emanuele”. Otto anni in cui ho assistito ad un profondo quanto inaspettato cambiamento personale attraverso difficoltà e soddisfazioni ma mai uno sguardo indietro a rimpiangere un passato che non mi appartiene più.
Ho conosciuto e voluto bene a tanta gente e, a mia volta, sono stato circondato da tanto bene non solo da parte di collaboratori, sostenitori e volontari ma anche dagli “ospiti-amici” che con il tempo si sono succeduti.
Tanti, tantissimi.
Certo, alcuni non si sono lasciati scalfire (almeno in apparenza) dall’amore che abbiamo sempre cercato di dare ma altri sono stati davvero una bella testimonianza di come la fede, la fiducia e la speranza verso chi sembra "perso" siano capaci di entrare ed aprire anche i cuori più feriti.
Quando si creano rapporti profondi con le persone, quantomeno per il tempo che si è condiviso, risulta davvero difficile immaginare di poterne fare a meno. Anzi, è l’ultima cosa che desideri.
Mai volontariamente avrei smesso di essere per loro un riferimento e mai avrei rinunciato a quello che solo loro, i più poveri,possono darti.
Eppure, quest’anno è successo qualcosa di inaspettato. Anzi sono successe due cose inaspettate.
La prima è stata quella di riuscire a concretizzare un sogno che ho da quando ho cambiato la mia vita ed ho iniziato il mio nuovo percorso. Un sogno che diversi anni fa ho potuto immaginare grazie ad una bellissima opportunità che la Vita mi ha dato (se sei curioso vai QUI )
Ho finalmente trovato e comprato il posto che presto darà vita alla prima comunità di accoglienza residenziale dell’associazione, Casalemanuele. Un casale da ristrutturare completamente, un terreno da valorizzare, delle persone e delle famiglie da aiutare e tanta gente a cui dare un punto di riferimento anche per qualche ora di pace.
Bene, ora è disponibile e con la dovuta pazienza un giorno aprirà.
La seconda è l’esplosione della pandemia. Un evento non previsto,drammatico per tanti aspetti generali e determinante anche per il mio personale percorso e per quello della mia associazione.
“Come farò a portare avanti due progetti contemporaneamente? Come riuscirò a dedicare il tempo necessario allo sviluppo di questa nuova comunità senza trascurare le persone alle quali ho dedicato gli ultimi otto anni della mia vita?” Questo mi chiedevo appena comprato il casale e vi assicuro che una eventuale scelta mi avrebbe davvero messo in crisi.
Poi, come spesso succede, la vita muove le sue pedine al di là del nostro volere e al di là del nostro giudizio di bene e di male. Un evento come quello della pandemia ha causato l’inevitabile chiusura del centro di accoglienza di Roma limitando all’inizio e poi impedendo le attività che facevamo da tanti anni.
Che botta. Ora, dopo ormai sei mesi e con tutta l’incertezza che questa situazione sta creando, ho dovuto maturare l’idea che tanto temevo: chiudere il progetto con il quale ho iniziato la mia avventura con "L’Emanuele" e dedicarmi a tempo pieno a "Casalemanuele".
Alla fine, ciò che non sarei mai riuscito a fare da solo “la Vita” lo ha fatto per me.
Ecco che cosi il dispiacere di una necessaria chiusura è stato mitigato dall’entusiasmo per un futuro che avrebbe cambiato si il contesto ma ampliato le opportunità e continuato a dare un senso alla mia vita. Casalemanuele è un progetto ambizioso, un passo per me forse più arduo di quello affrontato tanti anni fa lasciando lavoro e prospettive future. “Dove troverò la forza e le risorse per realizzare questo progetto così grande? Come lo gestirò? Chi ci verrà? Come lo manterrò? Chi mi aiuterà? Come sarà questo ulteriore e radicale cambio di vita?”
Tutte queste domande potevano avere una sola risposta per me: Fiducia.
Per tanti anni è stata la materia che ho studiato di più e forse, come in ogni percorso, l'asticella delle prove si alza strada facendo.
E cosi mi ritrovo a progettare un posto che, nella mia visione, accoglierà persone, famiglie in difficoltà, che darà la possibilità di vivere, produrre, stare insieme e godere della bellezza di un luogo che offre spunti per tante cose: lavoro, condivisione, spiritualità, speranza per il futuro.
Oggi chiudo un progetto che ha segnato uno spartiacque importante per la mia vita, un passaggio emotivamente e spiritualmente impegnativo e ne apro un altro sereno e disponibile ad ascoltare quello che “la vita” ha da dirmi.
Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati con cuore e braccia fino ad ora sapendo che, per quanto possibile, continueranno a farlo.
Attendo fiducioso nuovi ospiti, nuovi collaboratori e tutto quello che la provvidenza, cosi come amo definirla, non mi farà mancare.
Stefano