24/10/2022
“Una consapevolezza importante"
Sono ormai quasi sei mesi che la mia vita è cambiata. Lontano dalla città, dalle mie eterne abitudini e comodità, in un nuovo contesto e con nuove compagnie. Oggi vedo con maggior chiarezza tutto il percorso da quando ho lasciato un lavoro, una fidanzata, una prospettiva importante e socialmente riconosciuta. Vedo con maggior chiarezza che, a piccoli passi, Qualcuno lassù ha alzato la posta, fino a gridare nel mio intimo "piatto?".
E come nelle migliori partite a carte, alzi la posta, anzi metti tutto sul piatto solo quando sei abbastanza folle o abbastanza sicuro. Chi lo sa?
Oggi vedo con maggior chiarezza anni in cui con pazienza sono stato portato fino a qui. Vedo come dovevo essere modellato in alcuni casi, trasformato in altri, portato a scegliere, a decidere cosa era più importante, insomma a confermare ogni volta il passo fatto il momento prima. Ormai dieci anni fa, avevo cominciato la mia nuova strada proprio progettando quello che ora sto vivendo, una comunità, ma la Vita mi ha caldamente, dolorosamente e decisamente rimandato offrendomi sette anni di "gavetta" come a dirmi " guarda bene cosa significa avere a che fare con la sofferenza..sei sicuro??". Galante la vita che decide per te per darti la possibilità di decidere bene.
Vedo come nel cuore è rimasto questo progetto, spesso nascosto ma presente, fino a uscire fuori nei miei pensieri, nelle mie parole e infine nei fatti in un momento apparentemente anonimo ma straordinariamente puntuale se si considera che poco dopo averlo avviato ero costretto a terminare il mio servizio ai senza tetto perché il COVID non lo consentiva più: e la sponda per il salto era servita.
Vedo come in tutti questi anni ogni consapevolezza in più si traduceva in uno sguardo sempre più involontariamente (a volte dolorosamente) distaccato da tutto ciò che, da sempre, caratterizzava la mia vita: vacanze, uscite, vita mondana, soldi e quanto altro come a dire : "Per dove sei diretto c è bisogno di nuovi occhi, nuovo sentire".
E vedo che, come Ulisse, la vita mi ha tenuto dolcemente attaccato all'albero della nave, mai legato in realtà, per non farmi sedurre dalle voci accattivanti delle sirene, di una vita che anno dopo anno non aveva più quel fascino.
Insomma, oggi vedo una Mano sapiente, che fortunatamente ha incontrato un pizzico (a volte sofferto) della mia fiducia e che mi ha condotto fino a qui.
Condividere la mia vita con persone che hanno la loro seminata di solitudine e ferite è una esperienza profonda, delicata, illuminante. Ogni persona richiederebbe una totale attenzione dedicata per entrare nel suo mondo, accoglierlo ed amarlo, figuriamoci due, tre o chissà quante insieme. Mi ritrovo a volte a fare il padre, altre
l'amico, altre il responsabile, cercando di notare e valorizzare il bene ed il bello che ognuno di loro ha perché lo vedano anche loro. Cercando di accogliere le loro ferite senza giudicarle ma facendo da ponte per il Medico dei medici sempre disponibile per una lenta ma amorevole guarigione. So di non essere io ad entrare nelle loro ferite ma so che se non dicessi il mio "si" quotidiano Qualcuno lassù non potrebbe raggiungerli e dirgli che sono amati.
Ed infine, cosa davvero importante, sto scoprendo la sacralità delle relazioni di qualunque genere (filiali, amorose, amichevoli etc) che servono e curano entrambe le parti. Mi lascio curare anche io, rendendomi conto che se esiste un obiettivo in tutto quello che sto facendo, che stiamo facendo, non è solo lavorare, produrre, convivere ma cogliere il significato scomodo e profondo della relazione con gli altri: comprendere, compromettersi, accogliere, perdonarsi. Ragioni, torti, ruoli non hanno molto significato in questo senso.
Con tutte le difficoltà che si possono immaginare in un intento di questo genere, con tutti i momenti in cui mi sento di essere impotente e inutile di fronte ad un così grande obiettivo, ma anche in ogni piccolo meraviglioso traguardo che si compie sento di poter dire che si, a questo ero e sono chiamato. Mai lo avrei pensato tanti anni fa e mai lo avrei immaginato possibile. Non mi manca la vita precedente. Ci sono certamente aspetti che ancora fanno resistenza e che andranno "educati" ma sono sereno e felice nel dire "Non saprei più fare altro nella mia vita...non vorrei più fare altro nella vita..e grazie a Dio che lo ha permesso"
Stefano